Odeporica

Il viaggio, trasparente metafora del corso della vita umana, e la letteratura di viaggio, a sua volta metafora sovente dell'autobiografia, da sempre hanno largo corso nella cultura letteraria dell'Occidente: che non a caso ai propri albori annovera proprio una grande opera odeporica: l' Odissea. Vi sono grandi incontri che il viaggio favorisce e la letteratura di viaggio rivela. Vi sono grandi eventi che la letteratura di viaggio testimonia. Vi sono emozioni straordinarie nella esperienza di un  viaggiatore che la letteratura di viaggio riesce talvolta a rendere universali. Sopra e oltre tutti questi aspetti e vicende c'è la grande domanda sul significato e la natura del letterario, cui proprio l'odeporica offre almeno parziale risposta, mostrando come questa attribuzione sia relativa a un ambiente e una cultura determinate. Anche tralasciando tuttavia d'affrontare il dibattito su questa grande tematica, il viaggio e l'incontro con l' altro impongono una serie di ulteriori quesiti, pre- (o forse meta-) letterari: sul pregiudizio, su quanto di acquisito e quanto di innato v'è in noi (cioè sul valore dell'esperienza), sulla memoria e sul tempo. L'autore di un libro di viaggio trascorre luoghi e tempi per noi; noi non siamo con lui, ci affidiamo di lontano al suo sguardo.

La collana vuole anche offrire l'esperienza dello storico verso monumenti, situazioni urbane e paesaggistiche cui il viaggiatore si trova confrontato. Il caso particolarmente significativo riguarda ovviamente città nelle quali la stratificazione della Storia ha mostrato quanto ricca possa essere la vicenda artistica di un popolo.



Incuriosito dalle possibilità di una scrittura sintetica, che all’immediatezza dell’evento facesse seguire l’immediatezza della registrazione, il principe Leone Caetani si diplomò in stenografia a diciassette anni e decise di tenere un diario stenografico: impegno che mantenne con costanza ammirevole. Confidava ai suoi diari solidamente rilegati e che portava sempre con sé ogni particolare sui suoi viaggi, sui suoi incontri, sulle sue scoperte. Dalla decrittazione delle pagine diaristiche che qui presentiamo -che per la prima volta è possibile leggere- vengono alla luce anche speranze e amarezze di un giovane intellettuale che alla grande ricchezza economica univa una straordinaria ricchezza intellettuale, una insaziabile curiosità, una profonda conoscenza storica e culturale dei paesi che visitava. L’avventura che qui presentiamo riguarda anzitutto l’Egitto, compreso il Sinai e altre zone che mezzo secolo più tardi saranno teatro di confronto tra culture che il giovane Caetani già investiga con mano sicura, e il viaggio di ritorno attraverso Costantinopoli e i Balcani.

Seguono le pagine sulla Roma umbertina ricche di notizie mondane che divengono in molti punti notizie di rilievo storico: incontri con sovrani, battute di caccia (alcune anche con il principe ereditario: sarà Vittorio Emanuele III di lì a poco), qualche pettegolezzo galante. Poi di nuovo l’avventura del viaggio, ma questa volta nell’Europa dell’Esposizione Universale di una Parigi che viveva nel fulgore della belle époque, nella Londra aristocratica (dalla quale proveniva la madre) nella Norvegia che apriva i suoi scenari a un primo incerto turismo: e poi di nuovo in Africa, in un Maghreb che ancora riservava curiosità e sorprese; tutto  in un vortice di incontri ed esperienze che ci mostrano un mondo che non immaginava di essere sull’orlo dell’abisso.

Grazie alla luce che questi documenti offrono, molti degli aspetti della vicenda umana di Leone Caetani sono andati chiarendosi: essi confermano la grandezza di una delle più significative personalità che l’intellighenzia italiana abbia mai espresso.

 
 

Nel pomeriggio del 3 ottobre 1911, con un cannoneggiamento dei fortini turchi che difendevano la baia e il porto di Tripoli, cominciava la nuova avventura coloniale italiana, dopo il disastro abissino e il massacro di Adua. Da allora le vicende libiche non hanno mai cessato di segnare per più versi la politica, l’economia e la stessa vita sociale italiana.
  Il colonialismo italiano ha mostrato in Libia un volto ambiguo, spesso palesemente ignaro di alcune realtà culturali -e religiose- che dovevano influire sulla resistenza araba. Una di queste era certamente il tessuto di confraternite che univano saldamente interessi economici, assistenziali e religiosi, fino a farne un imprescindibile carattere identitario: e tra tutte quella dei Senussi fu la confraternita che più efficacemente ispirò la lotta contro l’invasore europeo, in Libia come era accaduto e accadeva in altre parti del Mahgreb. Lo Stato Maggiore italiano, appena si rese conto dell’errore commesso nell’illusione di uno spontaneo sollevamento arabo contro i turchi in favore dei nuovi occupanti, incaricò un ufficiale noto per cultura e finezza di analisi di redigere un dettagliato studio su questa sconosciuta realtà.
  Ne nacque il rapporto -ultimato a nemmeno un anno dal primo sbarco- totalmente dimenticato e che qui ripresentiamo certi dell’interesse che esso susciterà, oggi come allora.


ITALIA -  Tra sogno e memoria

ISBN 978-88-95310-46-6  -  pagg. 208       euro 20,00

La straordinaria e antica attrazione per il Sud, le memorie legate alla cultura classica e al mito della Roma imperiale, hanno generato una secolare serie di viaggi di intellettuali settentrionali verso l'Italia. La cultura di lingua tedesca in particolare è stata il tramite privilegiato di questo movimento che vedeva simbolicamente in questi viaggi (e nelle loro narrazioni e trasposizioni letterarie) esprimersi l'incontro tra mondo latino e mondo germanico; manifestazioni episodiche -ma sovente assai coinvolgenti- anche di un confronto mai risolto. Il giudizio sulla condizione italiana, primo tassello di questo complesso problema, che tra Otto e Novecento si fece cosciente investigazione, era in realtà parte di un più generale interrogativo sulla natura della cultura e delle arti, animato da figure quali Friederich Nietzsche o Sigmund Freud (al centro di due saggi di questo volume) che del confronto tra ethos e pathos -anima di ogni progetto artistico- vedeva una forte manifestazione nel panorama italiano. L'Italia come un ‘altrove’ tuttavia prossimo, luogo dell'anima ma goethianamente anche della liberazione dei sensi e della esaltazione dello spirito nella fusione con l'ideale estetico, rivive nelle liriche di Rilke come nelle pagine ‘italiane’ di Thomas Mann. Forse proprio l'incontro con il coltissimo diavolo nel Doktor Faustus ben riassume questa ambivalenza, di cui le pagine qui studiate mostrano tutta la carica propulsiva. I sette saggi qui raccolti, alcuni dei quali esplorano autori provenienti da un ambito tuttora scarsamente studiato come quello elvetico, offrono un quadro affascinante delle molteplici sfaccettature di un dialogo antico e sempre attuale. 


ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY

 PER ESISTERE -  L'avventura di una vita

ISBN 978-88-95310-46-6  -  pagg. 208       euro 20,00

L’opera di Antoine de Saint-Exupéry comprende due aspetti nettamente distinti eppure inscindibili: quello riservato all’azione, all’avventura, no all’eroismo (come dimostrò con le grandi trasvolate, con i sorvoli delle Ande, con le azioni di guerra) e quello volto invece all’approfondimento intimistico. Il primo aspetto ha in Pilota di guerra e in Terra degli uomini i migliori esempi; il secondo nel notissimo Piccolo principe e nel postumo Citadelle i punti più alti.

Quasi un dittico, al quale fanno da salda cerniera (poco forse nota) gli scritti giornalistici e i Taccuini; i primi raccolti solo in parte e per i grandi reportage (la Russia e la Guerra di Spagna), i secondi decifrati grazie alla dedizione di una straordinaria amica e biografa che lungo due anni ne ha trascritto il testo tormentato.

La vita di Saint-Exupéry scorre in queste pagine (ritradotte o in qualche parte tradotte per la prima volta) in un turbine di viaggi, incontri, raid aerei, incidenti di volo, no alla misteriosa ultima missione. Gli appunti dei Taccuini (ne presentiamo qui una scelta) svelano l’evoluzione di un pensiero aspro e talvolta polemico ma sempre ricco e pronto ad offrirci spunti e squarci di consolazione poetica. 


 

MICHELANGELO  -  Adolfo Venturi

ISBN 978-88-95310-39-8  -  pagg. 92       euro 15,00

Il Michelangelo di Adolfo Venturi ha una posizione particolare nella Storia non solo dell'Arte ma più in generale della cultura italiana. Si tratta infatti per scelta dell'Autore ma ancor più del sensibile e intelligente editore, del tentativo di rendere se non 'popolare' almeno accessibili ai più i metodi di una disciplina che andava affermandosi ma che non era ancora giunta a generale coscienza. Solo all'inizio del Novecento, e proprio grazie ad Adolfo Venturi, s'inaugurò infatti in Italia l'insegnamento di Storia dell'Arte, e quando il Michelangelo uscì nei 'Profili' del Formìggini (1923-24) ferveva il dibattito sui rapporti tra la nuova disciplina e i profili accademici che la nomina del Venturi a Senatore del Regno (1924) rendeva più acuto. 

La fortuna della rivista “L'Arte” (oltre al prestigio internazionale conseguito con decenni di insegnamento e centinaia di pubblicazioni scientifiche) ha consentito al Venturi, che la fondò e diresse fino alla morte, una notevole cassa di risonanza anche per la sua Scuola, che oltre a Pietro Toesca e a Lionello Venturi ha compreso personalità quali Roberto Longhi, Paolo D'Ancona, Anna Maria Brizio, Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli.


 

TULLIO AEBISCHER,  LO SCETTRO E LA TIARA

ISBN  978-88-95310-21-3  -  pagg. 283        euro 25,00

I primi anni del Regno d'Italia furono segnati dallo scontro con lo Stato Pontificio-Santa Sede interessando anche le potenze europee, principalmente la Francia. Il territorio ha rivestito un ruolo non secondario nella Questione Romana dato che sul suo possesso la Chiesa fondava l'indipendenza della missione papale. Per illustrare il rapporto potere temporale-territorio e l'eco che vi fu a seguito degli aspri confronti, Tullio Aebischer, noto studioso di geografia da anni rivolto a tematiche cartografiche considerate anche sotto l'aspetto storico-politico, ha selezionati documenti parlamentari, diplomatici, articoli de La Civiltà cattolica degli anni che segnarono il periodo più teso della Questione Romana culminato con la Presa di Roma (20 settembre 1870) e la Legge delle Guarentigie (13 maggio 1871).

Tullio Aebischer è autore di numerose monografie (tra le altre: Un confine per il Papa, Bardi, Roma 2009; Guida ai luoghi cartografici di Roma, Scienze e lettere, Roma 2010) e di ricerche apparse su riviste scientifiche ("Limes", "Studi Romani" ecc.).


L'ALTRA ROMA

La “Frusta” e la stampa cattolica a Roma da Porta Pia a Roma Capitale

(a. c. di Laura Lanza) SECONDA EDIZIONE

ISBN 978-88-95310-09-1  -  pagg. 160        euro 25,00

"La Frusta", periodico cattolico nato nei giorni di Porta Pia e soppresso cinque anni dopo per esplicita richiesta di Pio IX, è probabilmente il più acceso foglio legittimista chiamato a rendere gli ultimi aneliti politici della Roma pontificia.

Vi collaborarono intellettuali cattolici vicini alla Santa Sede, caricaturisti di notevole vaglio e soprattutto giornalisti dalla ispirazione mordace e dalla vivissima capacità sarcastica.

Più e più volte sequestrato, sabotato in ogni modo (fin con l'incendio della tipografia) dalle forze 'liberali', “La Frusta” continuò ostinatamente per cinque anni a far sentire la voce della protesta cattolica contro l'abbattimento del potere temporale.

La scelta delle illustrazioni e dei testi qui proposta (arricchita in questa seconda edizione) offre una testimonianza esauriente della vicenda di un foglio ormai raro; immagine che consente di riacquisire una coscienza più nitida e fedele delle ragioni di una fazione non marginale della cultura italiana, attribuendole il posto che storicamente le compete. 


FRANÇOIS RABELAIS, L'ISOLA SONANTE. LETTERE DA ROMA DI FRANÇOIS RABELAIS E LA PSEUDOMACHIA

ISBN 978-88-95310-36-7  -  pagg. 104        euro 22,00

In queste pagine poco note di Rabelais non compaiono i 'giganti' Pantagruel e Gargantua, ma tuttavia si respira quell'aria di contestazione dei saperi, quell'irrisione dell'ipocrisia dei grassi abati, quell'ironia sui medici e i loro rimedi che hanno fatto l'imperitura fortuna dell'Autore (che pur era dottissimo, religioso e medico).

Giunto a Roma al servizio di un arcivescovo (e di Parigi: il Du Bellay) che corrispondeva tranquillamente firmandosi Tuus ex animo con il riformatore scomunicato Melantone, distintosi presto per alcune facezie che Clemente VII seppe perdonare, Rabelais vide la Città fulcro della cristianità nella miseria delle sue beghe intestine, nell'immoralità persino delle sfere più alte, in un costume viziato dal danaro. Probabile metafora del disagio morale, nei ripetuti soggiorni Rabelais denuncia il fastidio  (del quale si legge tra le righe del contestato Quint Livre) dei continui scampanellii delle migliaia di campanili di una Roma travestita nell'Isola sonante. Frutto di molte contraddizioni ma di uno sguardo acutissimo, sono tutti i testi che compongono questo volume, ricco di testimonianze anche visive.  I testi delle lettere da Roma, della lettera a Erasmo e della Pseudomachia appaiono qui tradotti per la prima volta integralmente e con moderni criteri filologici.


AMERASIA

Ascesa e declino del movimento comunista negli Stati Uniti

(a cura e in traduzione di Laura Sirugo)

ISBN 978-88-95310-35-0  -  pagg. 128        euro 20,00

Due clamorosi processi, uno dei quali per spionaggio, l'ombra del maccartismo, intrighi finanziari legati alla caduta del Kuomintang di Chiang Kai-shek e di importanti interessi americani in Cina, hanno segnato la vita di Philip Jaffe e la storia del Partito Comunista negli Stati Uniti.

Tra gli episodi di questa complessa vicenda uno dei più significativi è quello documentato dalla fotografia che illustra la nostra copertina: l'incontro tra una delegazione statunitense e Mao Tse-tung nello Yenan nel 1937. Perché di 'quale' comunismo dovesse trattarsi fu uno dei problemi più dibattuti dagli intellettuali americani affascinati dal marxismo. La linea staliniana si contrapponeva a quella cinese, che appariva più legata a valori autenticamente popolari e più aperta al confronto con l'Occidente. La rivista Amerasia fu, di questa illusione, il testimone migliore. Animata da Philip Jaffe e finanziata dal 'millionaire communist' F. Vanderbilt Field, ebbe una vita tormentata, sotto gli occhi vigili dell'OSS e dell'FBI di Edgar Hoover come gli archivi parzialmente aperti oggi ci mostrano. Questo volume racconta una pagina poco nota di storia americana alla quale ci è impossibile non guardare con curiosità per i riflessi che avrebbe potuto avere anche sulla nostra.


RAFFAELLA ALBERTAZZI, GIANNI EUGENIO VIOLA

DUE ITINERARI ARTISTICI ROMANI

ISBN 978-88-95310-33-6  -  pagg. 240        euro 15,00

I due restauri esaminati in questo studio, quello di Santa Marta e quello della Casina delle Civette, il primo legato a un esito di sostanziale reimpiego (oggi in un attrezzato centro di conferenze ) e il secondo divenuto una piccola struttura museale del Comune di Roma, hanno un carattere comune: la ricostruzione filologica e l'applicazione di numerose e sofisticate tecniche interpretative. Disegnano, a ben vedere, due passaggi importanti nella storia urbanistica di Roma: quasi un 'itinerario' attraverso tre secoli. Dagli spazi del centro storico dell'Urbe, nei quali ancora a fine Cinquecento e inizio Seicento era normale ricorrere all'impiego di materiali frutto di distruzioni delle strutture antiche, agli ultimi edifici 'di piacere' e di fantasia innalzati nelle ville patrizie che circondavano la città ancora alla fine del XIX secolo. Un percorso ideale che i testi e i documenti che qui presentiamo illustrano con numerosi riferimenti alla vita sociale e culturale di Roma tra Sei e Novecento.



GLI STRAORDINARI VIAGGI DI ENRICO TOTI 

ISBN 978-88-95310-05-3  -  pagg.160       euro 20,00


L'immagine ormai per sempre invalsa dell'eroico bersagliere che scaglia la stampella verso il nemico mentre cade colpito a morte ha cancellato quasi completamente quella, non meno eroica ma assai più articolata della straordinaria figura  di Enrico Toti. Toti (nato nel 1882) aveva girato un pezzo di mondo come mozzo sulle navi della marina militare (riuscendo ad arruolarsi appena quattordicenne) e univa a un coraggio spericolato una notevole curiosità culturale.  Congedatosi,  aveva scelto la professione di ferroviere, forse pensando a nuovi viaggi, quando un incidente gli aveva procurato l'amputazione di una gamba.  Prima dell'incidente aveva conquistato allori sportivi come nuotatore e come ciclista, e dopo l'infortunio non aveva smesso di praticare entrambe le discipline.  Aveva quasi trent'anni quando concepì, stanco di una vita da mezzo pensionato (che per la verità arricchiva con piccole invenzioni che brevettava e imprese commerciali) un’avventura che oggi ancora lascia sbalorditi e che riuscì a compiere quasi integralmente: il giro del mondo in bicicletta.  Partito da Roma poche settimane prima dello scoppio della guerra di Libia (1911) arrivò fino a Capo Nord, quindi toccò San Pietroburgo e Mosca, ridiscese fino a Vienna, ripassò per l'Italia per presto ripartire alla volta dell'Africa. Puntando risolutamente verso sud, giunse in Sudan e avrebbe continuato a pedalare, con quell'unica inesausta gamba, se le autorità inglesi non gli avessero impedito di proseguire rispedendolo in Egitto, dove egli si esibì in esercizi di circo d'ogni tipo, che del resto aveva già praticati in varie sedi presentandosi (talvolta con una gamba di legno) anche sotto il nome d'arte di Walter. Poi la guerra, l'entusiastica partecipazione prima emotiva, poi operativa, inventandosi  una posizione prima di portaordini, poi a forza di suppliche e di insistenze addirittura in trincea dove  la morte lo colse mentre progettava certo nuove avventure. Il volume raccoglie testimonianze inedite, lettere e immagini di una straordinaria vicenda.


AA.VV.  L'ISOLA FERDINANDEA

ISBN  978-88-95310-34-3  -  seconda ed.,  - pagg. 90        euro 20,00

Il vulcano sottomarino da tempo attivo nei pressi della costa siciliana, poche miglia al largo di Sciacca, ha prodotto un significativo affioramento nel 1831, dando vita ad una vera e propria isola. Tra i tanti nomi che le furono dati, 'Ferdinandea' è quello che è rimasto a ricordarla. Per la sua posizione strategica nel Mediterraneo, quest'isola suscitò presto diverse curiosità e cupidigie: inglesi, francesi, austriache, oltre naturalmente alla ovvia rivendicazione borbonica. Dopo pochi mesi tuttavia l'isola, formata per lo più di ceneri e lapilli, scomparve, consumata e inghiottita dai flutti. Il volume raccoglie, oltre a un breve e divertente racconto delle vicende legate alla comparsa della nuova terra, la sua prima descrizione scientifica, in gran parte dovuta alle osservazioni del vulcanologo catanese Gemellaro, alcuni disegni e schizzi effettuati nei giorni in cui fu esplorata da marinai e scienziati di varie nazionalità, e da alcuni viaggiatori illustri (l'ultimo fu forse Walter Scott) e alcune immagini popolari della 'Ferdinandea'.


L’AGENDA DELL’UTOPIA

ISBN 978-88-95310.08.4  -  pagg. 288        euro 15,00

L'utopia insegue la vita dell'uomo, come il sogno, le chimere. Questo immaginario 'non-luogo' è in realtà il più visitato, quello al quale la cultura letteraria, artistica e filosofica di ogni tempo e latitudine sembra aspirare. Luogo di pace e di equità, di giustizia sociale e di equilibrio tra istanze ed esigenze di ciascuno. 'Luogo' tuttavia non strettamente 'arcadico' perché immaginario frutto di un progetto sociale, e talvolta frutto di scelte operate da forme di democrazia diretta, appare guidato non di rado da una aristocrazia che si immagina (solo si immagina) illuminata. Frutto di un sapere che discute le conseguenza degli sviluppi di aspettative che la natura umana tende a disilludere, il ‘paesaggio’ dell’utopia è di meraviglie e di disastri. Il volume, che si presenta anche come una agenda (non legata a un preciso anno solare e corredata in appendice di 'Calendario perpetuo') offre testi esemplari, che si potrebbero dire di 'viaggio verso l'altrove': un altrove che non appartiene per forza a un ipotetico e lontano futuro ma anche a una condizione presente ma il più delle volte celata ai nostri occhi.


IL PROGETTO E IL CANTIERE

Carlo Benveduti

La cinquecentesca riserva di grano per la città di Roma

ISBN 978-88-95310-37-4  -  pagg. 272        euro 20,00

L'acquisizione e la conservazione del grano destinato alla panificazione era un problema che i pontefici o almeno la Curia sentirono per diversi secoli: problema di conservazione del potere e dell'ordine pubblico all'interno, ma anche di prestigio e presenza internazionale all'esterno. L'editto del 1609 precisava che il grano custodito nel grande deposito di Termini (edificato su disegno di Martino Longhi il Vecchio vicino alla michelangiolesca basilica di S. Maria degli Angeli) era destinato al popolino, e che ai poveri doveva essere venduto a un prezzo calmierato. Più tardi servirà a mostrare sulla scena interna e internazionale che il pontefice era in grado di provvedere alle esigenze della sua popolazione anche in periodi di carestie. Da Martino Longhi il Vecchio a Carlo Fontana il grande deposito di granaglie assurge a 'esempio' politico- sociale: e non va dimenticato che nell'ottica cattolica -con riferimento a una vasta casistica e letteratura d'origine medievale- l'exemplum era collegato all'auctoritas. 

Porte, nuovi tracciati urbani, nuovi palazzi che segnano il tessuto urbano, le trasformazioni delle più maestose 'ville', sono episodi dello stesso disegno, che vede legarsi all'affermazione post-tridentina del potere e al manifestarsi paradigmatico dei suoi segni e simboli una crescente coscienza dell'importanza politica dei nuovi equilibri economici. Il volume comprende una appendice documentaria, una galleria di immagini, rilievi e piante inediti, frutto di oltre un lustro di ricerche, offerti nell'ambito di una gradevole ricostruzione storica.



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